Finalmente!!
Dopo la sfilza di post di foto digitali e colorati finalmente vi parlo di un rullino a cui tengo tantissimo: un Kodak T-Max 400.
Un rullino che comprai a luglio dell’anno scorso (sì, luglio 2012), insieme alle mie bionde adorate spendendo 20€ per quelli che sarebbero stati i primi di una lunga lista di rullini!
Arrivata al negozio con un’infarinatura, più che una conoscenza vera e propria, sui rullini andai subito al reparto Kodak lasciando perdere gli altri nomi che leggevo sulle scatole, con la promessa di fare una ricerca approfondita su internet prima di tornare in quel negozio.
Per la cronaca, presi:
– 2 Kodak Color plus (uno dei quali è andato nella Canomatic -> QUI)
– 1 Kodak Gold 200
– 1 Kodak Ultramax 400 (usato nella Sprocket Rocket durante il viaggio in Umbria)
– 1 Kodak BW 400 CN (che ancora non ho utilizzato!!)
– 1 Kodak T- Max 400.
Avevo questa bella scorta di rullini da usare con la mia Canon T50 (all’epoca avevo solo quella). Il primo ad essere caricato è stato il Kodak Gold… e , come vi dissi quando vi raccontai tutta la storia QUI, NULLA. ç__ç
Se prima avevo una bella macchina senza rullini, ora avevo un mare di rullini senza macchina! =(
Per coloro che hanno la tachicardia facile, posso dire, che la storia della Canon T50 si è poi risolta nel migliore dei modi.
Tornando ai rullini, invece, sono rimasti lì, fino a quando è arrivata tra le mie mani la mia lomo-passione: la Sprocket Rocket! *.*
I primi risultati con un semplice Kodak Color Plus (QUI) mi avevano talmente gasata che decisi di osare di più con un rullino in bianco e nero.
Avevo visto gli scatti di Mafalda (QUI il suo blog) con la Kodak BW400CN (per chi volesse sono QUI ) e mi avevano fatto riflettere sulle potenzialità di questa pellicola, facendomela scartare per il formato panoramico della Sprocket. La scelta, di conseguenza è ricaduta sulla Kodak T-Max.
Ho scattato con questa pellicola tra febbraio e marzo, sbagliando l’avanzamento della pellicola più di una volta, dimenticandomi di variare la messa a fuoco e l’apertura del diaframma (sì, sono terribile!).
Una volta finita ho cercato un laboratorio che potesse svilupparmelo… la ricerca è stata talmente lunga che decisi di svilupparmelo da sola: non importa quanto avrei dovuto aspettare, ma il povero e martoriato T-Max sarebbe stato il mio primo rullino in bianco e nero ed anche il mio primo esperimento di sviluppo!
Passano i giorni e corsi, esami, prove, sviluppo facile mandano il povero rullino in secondo piano, ed ancora più in secondo piano la possibilità di comprare il kit di sviluppo.
Ogni tanto leggevo, guardavo video, cercavo modi alternativi per sviluppare, ma non ci fu possibilità di mettere in pratica ciò che studiavo.
Finché, una mia amica mi mandò una locandina: Terzopiano autogestito, facoltà di Architettura, Lezioni di sviluppo e stampa in camera oscura
Questa è stata pressapoco la mia faccia –> *_______________*
Alla fine, tra tira e molla, molla e tira, sono andata, accompagnata da Monica che mi ha dato tempo e coraggio (ancora grazie <3).
Era il mese di luglio.
Le peripezie ci sono state anche per la scansione (tubo e reflex secondo il metodo di Italida ) ed ho dovuto rifarlo più volte.
Ma oggi, dopo 5 mesi, il T-Max è qui!!!!! (Immaginatelo come lo direbbe la Carrà ed aggiungeteci un narananananaaa narananananaaa di Carramba che sorpresa).
Amo questo posto
La mia pupilla che si avvicinava alla fotografia analogica *.*
Giusy : “Mary ti ho fatto 2 foto!!”
Io: “Brava!! Hai mandato avanti la pellicola?”
G. “Perchè andava mandata avanti?” O.O
Io: “Vabbè, non pensare, scatta!” 😉
E qui si vedono i pasticci di quando una fa le cose per la prima volta…
Nebbia (e una sovrapposizione di fotogrammi)
Ho amato il bianco e nero e non vedo l’ora di riprovarlo ( ho una scorta di queste pellicole assurda!) magari con una delle mie adorate Zenit o con la Canon 😀 ma aspetto il riaprire dell’università per tornare alle lezioni di sviluppo 😉