Nancy

Continuano le torture da parte mia alle mie bellissime amiche.
La vittima di cui vi parlo oggi è Nancy, con cui avevamo deciso di scattare queste foto sugli scogli al tramonto, ma, quel giorno qualcuno era contro di noi:
– la mia solita assistente rimase bloccata a casa per un problema alla caviglia,
– l’assistente “di riserva” è stato fermato alla frontiera (= casa),
– la spiaggia su cui dovevamo andare era stata resa inagibile.

Tutte queste cose hanno fatto sì che quando arrivammo  ad un luogo idoneo era tardissimo: praticamente il tramonto era già iniziato (nonostante fossimo partite con largo anticipo) e la luce calava velocemente.  è per questo che, facendo di necessità virtù, ho utilizzato esclusivamente obiettivi liminosi: il Nikkor 35mm sulla D90 e l’Helios 58mm f/2 sulla Zenit 122 caricata con un Ilford XP2 (400 iso).

Nancy

https://www.flickr.com/photos/marieloise/15181428778/in/set-72157646457376622/lightbox/

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Nancy

Nancy

Nancy

Nancy

Nancy

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Nancy

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Nancy

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Nancy

Nancy

Nancy

Nancy

Nancy

Nancy

Nancy

Avevo fatto anche degli scatti con la Diana F+ ma quel rullo è uscito con qualche problemino, ragion per cui merita un post a parte(presto, promesso).
Intanto aspetto commenti, critiche ed opinioni su queste foto 😀  fatemi sapere tutto ciò che pensate!

Primavera doppiogusto

Il menù di oggi prevede: una primavera doppiogusto, servita su un fujicolor C200, lasciato marinare in una Holga 135bc e cotto a mano nel Tetenal Colortec C-41 a 38°C

Il menù di oggi prevede: una primavera doppiogusto, servita su un fujicolor C200, lasciato marinare in una Holga 135bc e cotto a mano nel Tetenal Colortec C-41 a 38°C.

Avrei tanto voluto scrivere questo post dopo quello dedicato alla Diana F, ma, la prematura dipartita del mio HD esterno, sopratutto nel mentre stavo sistemando il pc, è stato un duro colpo: tra i file persi(per fortuna non molti) ci sono le varie scansioni (Sprocket e Diana) fatte con la reflex, e dato che lo studio ha fagocitato la maggior parte del moi tempo, ancora non ho trovato il tempo di rifotografare i negativi, quindi, per quelle, aspetterete ancora.

Siccome, però, stavo tacendo da tanto, ho deciso di mostrarvi le foto che ho scattato questa primavera con la Holga 135BC ed uno splitzer in cartoncino, costruito quando Giovanni Mucciaccia si è impossessato del mio corpo.

Ed è così che il castello diventa un isolotto volante

Castello volante

fidanzato viene spezzato a metà (la colpa è sua che si è mosso)

Ti spezzo in due!

ed il cielo diventa pieno di margherite gialle

Mille margherite gialle

Ma la Holga si presta benissimo anche per le doppie esposizioni più classiche

Ginestre

Anna

Mille margherite gialle

Mille margherite gialle

Doppia esposizione

Ma il castello è sempre quello che si presta meglio per le doppie esposizioni!

Doppia esposizione

Doppia esposizione

Ci sono stati anche problemi con la messa a fuoco alquanto approssimativa della Holghetta…

https://www.flickr.com/photos/marieloise/15430024805/in/photostream/lightbox/

Mille margherite gialle

In realtà volevo mettere a fuoco il muro...

In particolare se si provano ad usare le lenti macro abbinate alla reflex…

No, non posso usare le lenti macro con la Holga...

Ma, dopotutto, non sono poi così male, no?

Mille margherite gialle

La prima Holga non si scorda mai!

Oggi sono particolarmente allegra perchè vi parlo di un paio di argomenti a cui tengo particolarmente: il primo rullino con la Holga 135 BC e la prima esperienza di sviluppo in casa!

Qui vi avevo parlato di quanto fossero state ricche di doni le vacanze natalizie ma, vuoi il tempo, vuoi il meteo, vuoi gli impegni, è stato “complicato” terminare tutti i rullini di prova. (La povera Polaroid aspetta ancora che le compri delle pellicole, sigh!).
Inoltre, anche quando i rullini sono terminati ho aspettato a svilupparli per vari motivi, ultimo il fatto che volessi svilupparli da sola in casa!
C’è voluto un mese per procurarmi chimici e tank, termometro, bottiglie e tempo ma allafine ce l’ho fatta!
Il primo candidato allo sviluppo è stato il rullino di prova della Holga 135 BC, un Kodak Gold 200.
Ovviamente ho fatto un po’ di casini, ma questo rullo ha retto abbastanza bene (a differenza di qualcun altro che vi mostrerò prossimamente).

Ma, con ordine, prima la macchina.Holga

La Holga 135BC è una toy-camera fatta al 99% in plastica (salvo qualche molla o vite), lente compresa, sorella minore della famosissima Holga 120. Si distingue dalla classica Holga 135 per la presenza di una bella vignettatura scura, appunto “Black Corner”, da cui BC.

Abbiamo una lente di plastica da 47mm con diaframma fisso ad F/8.

Sul web si legge che la fotocamera dovrebbe avere apertura F/8 ed F/11 (soleggiato nuvoloso) non so se sia un difetto della mia o una semplificazione introdotta per la Holga versione BC ma, anche se son presenti le due differenti impostazioni, l’apertura del diaframma non cambia: a cambiare è la vignettatura! Già! Più marcata e stretta in caso di forte luce, più esterna e leggera in caso di poca luce o utilizzo del flash!

I tempi possono essere scelti tra 1/100s e la posa bulb (in questo modo l’otturatore resta aperto per far passare la luce finchè si tiene premuto il pulsante).

Ha la possibilità di scattare più volte su uno stesso fotogramma così da poter creare le tanto amate esposizioni multiple.

La messa a fuoco, divisa in 4 zone, è segnalata con dei disegnini:

mezzo omino = da 1 a 2 m
gruppo di 5 omini = da 2 a 4 m
gruppo di 10 omini = da 4 a 10m
montagna = da 10m ad infinito.

Avanzamento e riavvolgimento della pellicola sono manuali.
L’attacco del flash a slitta, attacco standard per treppiedi ed ha la possibilità di collegare il cavo di scatto remoto, oltre ad avere un mare di altri accessori come lenti fisheye e grandangolari, lenti macro, filtri e tantissimo altro ancora!

Io l’ho scoperta girovagando su Lomography ed è stato subito amore!
Quindi ho voluto provarla subito con un Kodak Gold 200 ed è stata la mia accompagnatrice a feste tra amici, cene e passeggiate.

Siccome era un rullino da “esperimento” è stato una delle prime cavie per il mio sviluppo casalingo!
Il kit di chimici che ho utilizzato è il Tetenal C-41 a 38°C.
La prima volta che ci ho provato ho sbagliato subito: il preriscaldamento!
Già perchè sia lo sviluppo colore che la tank con le pellicole. Io, ovviamente, ho dimenticato (in realtà non ci ho proprio pensato) di mettere dell’acqua calda all’interno della tank in modo da portare l’ambiente interno e le pellicole ad una temperatura di 38°, ed ho semplicemente posizionato il tutto in una bacinella di acqua calda finchè lo sviluppo colore non ha raggiunto la temperatura stabilita (38°C con una tolleranza di 0,3°C).
Ovviamente, quando ho iniziato lo sviluppo, la temperatura del chimico è scesa sotto la soglia consigliata!
é stato il panico!
Vabbè… alla fine solo alcune foto sono uscite un po’ rovinate mentre il Kodak Gold della Holga ha reagito veramente bene!
Quindi, basta con le chiacchiere, ed eccovi le foto!

Prove con il Flash
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L_DSC00091 copia
Doppie esposizioni
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paesaggi
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E lunghe esposizioni
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Se queste foto vi hanno stuzzicato ed avete voglia di vederne altre vi lascio il link degli album di lomograpy ( album 1 e album 2).
In ogni caso, aspetto di sapere il vostro parere!
Alla prossima!

Febbre da multlente

Complice le pulizie di primavera ho recuperato dei negativi di cui avevo perso le sansioni prima di averle pubblicate.

Entrambi i rullini sono stati scattati la scorsa estate con le mie multilente: l’Action Sampler e la Disderi Robot 3lens.

Action 4 - R1 (5)

Per chi non le conoscesse, sono delle toycameras 135mm, totalmente in plastica (salvo qualche molla), con più lenti (in plastica anche queste) ed una speciale “mascherina” che suddivide il formato standard del fotogramma(24x36mm) in più riquadri: in questo modo, e grazie ad uno scarto tra i diversi otturatori di 0,2 secondi, avremmo più immagini in seguenza nello stesso scatto.
Come tutti questi giocattolini ci sono svariati contro, tra cui un bisogno di tantissima luce e movimenti veloci!
Però, al contempo permettono di sperimentare ^^

Il mio primo esperimento è stato con l’Action Sampler, con 4 lenti, la cui suddivsione un po’ schematica (e statica) del fotogramma rende necessario davvero tanto tanto movimento! Questo mi ha spinto a stampare su un foglio acetato trasparente dei rettangolini di colore e ad attaccarli, grazie ad un po’ di nastro adesivo) davanti alle lenti, come filtri per finire un rullino che restava incompiuto.

Action 4 - R1

Action 4 - R1 (4)  Action 4 - R1 (2)

Con il senno di poi mi rendo conto che anche se avessi scattato, praticamente, guardando il sole i filtri troppo densi ed il rullino ad iso un po’ bassi (Fujicolor C200) ha penalizzato queste foto.
Quindi proverò a stampare altri filtri (a maglia un po’ più larga) per ripetere l’esperimento!

Il secondo esperimento riguarda la DIsderi Robot 3lens.
Io l’adoro, forse per la suddivisione anticonvenzionale, o per la faccina impressa sulla fotocamera, ma veramente mi piace tantissimo.
Ma questo, in realtà, non è un vero e proprio esperimento, ma una prova.
La mia multilente è corredata di una custodia subacquea che arriva fino a 10 metri di profondità e, la scorsa estate ho voluto provarla!
Così ho caricato un Kodak Colorplus 200 e l’ho messa nella borsa della spiaggia!
Ovviamente più si scende di profondità più la luce diminuisce, il che non è l’ideale per questa macchinetta, ma, per immortalare i giochi d’acqua al mare è davvero imbattibile!
Bando alle ciance ed eccovi le foto!

Robot mare - R2 (2)

Robot mare - R2

Robot mare - R2 (14)

Robot mare - R2 (13)

Robot mare - R2 (12)

Robot mare - R2 (11)

Robot mare - R2 (10)

Robot mare - R2 (9)

Robot mare - R2 (8)

Robot mare - R2 (7)

Robot mare - R2 (6)

Robot mare - R2 (5)

Robot mare - R2 (4)

Robot mare - R2 (3)

Bianco e nero fai-da-me

Finalmente!!

Dopo la sfilza di post di foto digitali e colorati finalmente vi parlo di un rullino a cui tengo tantissimo: un Kodak T-Max 400.

Un rullino che comprai a luglio dell’anno scorso (sì, luglio 2012), insieme alle mie bionde adorate spendendo 20€ per quelli che sarebbero stati i primi di una lunga lista di rullini!
Arrivata al negozio con un’infarinatura, più che una conoscenza vera e propria, sui rullini andai subito al reparto Kodak lasciando perdere gli altri nomi che leggevo sulle scatole, con la promessa di fare una ricerca approfondita su internet prima di tornare in quel negozio.
Per la cronaca, presi:
– 2 Kodak Color plus (uno dei quali è andato nella Canomatic -> QUI)
– 1 Kodak Gold 200
– 1 Kodak Ultramax 400 (usato nella Sprocket Rocket durante il viaggio in Umbria)
– 1 Kodak BW 400 CN (che ancora non ho utilizzato!!)
– 1 Kodak T- Max 400.

Avevo questa bella scorta di rullini da usare con la mia Canon T50 (all’epoca avevo solo quella). Il primo ad essere caricato è stato il Kodak Gold… e , come vi dissi quando vi raccontai tutta la storia QUI, NULLA. ç__ç
Se prima avevo una bella macchina senza rullini, ora avevo un mare di rullini senza macchina! =(

Per coloro che hanno la tachicardia facile, posso dire, che la storia della Canon T50 si è poi risolta nel migliore dei modi.
Tornando ai rullini, invece, sono rimasti lì, fino a quando è arrivata tra le mie mani la mia lomo-passione: la Sprocket Rocket! *.*
I primi risultati con un semplice Kodak Color Plus (QUI) mi avevano talmente gasata che decisi di osare  di più  con un rullino in bianco e nero.
Avevo visto gli scatti di Mafalda (QUI il suo blog) con la Kodak BW400CN (per chi volesse sono QUI ) e mi avevano fatto riflettere sulle potenzialità di questa pellicola, facendomela scartare per il formato panoramico della Sprocket. La scelta, di conseguenza è ricaduta sulla Kodak T-Max.

Ho scattato con questa pellicola tra febbraio e marzo, sbagliando l’avanzamento della pellicola più di una volta, dimenticandomi di variare la messa a fuoco e l’apertura del diaframma (sì, sono terribile!).
Una volta finita ho cercato un laboratorio che potesse svilupparmelo… la ricerca è stata talmente lunga che decisi di svilupparmelo da sola: non importa quanto avrei dovuto aspettare, ma il povero e martoriato T-Max sarebbe stato il mio primo rullino in bianco e nero ed anche il mio primo esperimento di sviluppo!
Passano i giorni e corsi, esami, prove, sviluppo facile mandano il povero rullino in secondo piano, ed ancora più in secondo piano la possibilità di comprare il kit di sviluppo.
Ogni tanto leggevo, guardavo video, cercavo modi alternativi per sviluppare, ma non ci fu possibilità di mettere in pratica ciò che studiavo.

Finché, una mia amica mi mandò una locandina: Terzopiano autogestito, facoltà di Architettura, Lezioni di sviluppo e stampa in camera oscura

Questa è stata pressapoco la mia faccia –> *_______________*

Alla fine, tra tira e molla, molla e tira, sono andata, accompagnata da Monica che mi ha dato tempo e coraggio (ancora grazie <3).

Era il mese di luglio.

Le peripezie ci sono state anche per la scansione (tubo e reflex secondo il metodo di Italida )  ed ho dovuto rifarlo più volte.
Ma oggi, dopo 5 mesi, il T-Max è qui!!!!! (Immaginatelo come lo direbbe la Carrà ed aggiungeteci un narananananaaa narananananaaa di Carramba che sorpresa).

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Amo questo posto

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La mia pupilla che si avvicinava alla fotografia analogica *.*

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Giusy : “Mary ti ho fatto 2 foto!!”
Io: “Brava!! Hai mandato avanti la pellicola?”
G. “Perchè andava mandata avanti?” O.O
Io: “Vabbè, non pensare, scatta!” 😉

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E qui si vedono i pasticci di quando una fa le cose per la prima volta…

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Nebbia (e una sovrapposizione di fotogrammi)

Ho amato il bianco e nero e non vedo l’ora di riprovarlo ( ho una scorta di queste pellicole assurda!) magari con una delle mie adorate Zenit o con la Canon 😀 ma aspetto il riaprire dell’università per tornare alle lezioni di sviluppo 😉