Foto incorniciate

Prima di leggere il post sappiate che l’ho scritto quasi 2 0  G I O R N I F A, in piena sessione estiva ed in pieno stress da esame. Quel giorno, però, wordpress ed internet non concordavano con le mie intenzioni ed il post è slittato.
Dopo l’esame una sorta di forte apatia si è impadronita di me ed il post è rimasto qui, a languire tra le bozze, finchè ho deciso che qualcosa di inconsistente (come l’apatia e la noia) non poteva avere la meglio su di me. Ergo adesso vi iniziate a beccare il post ritardatario e più tardi vi parlerò di un progetto, per il mese di agosto, a cui ho deciso di partecipare.
Ed ora, buona lettura!

Questa primavera, merito un giardino super fiorito, ho provato un po’ di cose che mi ronzavano nella testa da parecchio tempo:
Dipinto la mia Zenit 122;
– Montato un rullino 35mm nella Diana (questo volevo farlo prima ancora di avere una Diana!);
– Provare la Canon AV-1 che mi era stata regalata a Natale;
Sviluppare in casa;
– Provare delle mascherine realizzate con photoshop e stampate lo scorso anno;
– Costruire degli Splitzer per le mie Lomo.

Di sicuro ho dimenticato qualcosa, ne sono certa, ma non fa nulla, sopratutto perchè il tempo che ho rubato allo studio è veramente poco (maledetta sessione estiva ç_ç) ed anche perché pubblicherò tutto qui, un po’ alla volta.

Ho due notizie, una buona ed una meno buona.
Partiamo dalla buona. Sarete felici di sapere che ho sviluppato praticamente tutti i rullini che avevo in casa, così che avrete un mare di post analogici e (finalmente) le foto di Roma che aspettavano solo l’arrivo dei rullini della Sprocket.
La cattiva notizia è che a causa degli esami i rullini maxi-formato (120 e Sprocket-rulli) ancora devono essere scannerizzati, dato che devo costruire un nuovo tubo per scannerizzare con la reflex secondo il metodo Italida (il tutorial completo lo trovate qui ).

Ma qualcosa da mostrarvi ce l’ho! Tra alti e bassi sono riuscita a scannerizzare le foto con la “mascherina”. In altre parole, ho stampato su un foglio di acetato trasparente, delle immagini (che avevo creato con photoshop) delle dimensioni del fotogramma e l’ho ritagliate e applicate, capovolte, all’interno della mia Zenit ET.

Dopo di che ho caricato un Kodak Colorplus 200 (colui che ormai è la prima cavia di ogni esperimento) da 12 pose e sono uscita a scattare.

Zenit ET e Mascherine_Primavera (12)Zenit ET e Mascherine_Primavera (11) Zenit ET e Mascherine_Primavera (10) Zenit ET e Mascherine_Primavera (9) Zenit ET e Mascherine_Primavera (8) Zenit ET e Mascherine_Primavera (7) Zenit ET e Mascherine_Primavera (6) Zenit ET e Mascherine_Primavera (5) Zenit ET e Mascherine_Primavera (4) Zenit ET e Mascherine_Primavera (3) Zenit ET e Mascherine_Primavera (2) Zenit ET e Mascherine_Primavera

 Questo è stato uno dei rullini sottoposti alla primo sviluppo e a tutti gli errori che ho fatto quella volta. Ma, a parte in qualche foto come l’ultima, credo che il Colorplus in questione abbia reagito piuttosto bene! L’uncica cosa di cui mi pento è di aver aspettato così tanto per questo esperimento: il foglio di acetato trasparente è molto delicato, facilmente può graffiarsi o venire coperto da polvere che non va più via ed, infatti, tutte le macchie nere che vedete sulle foto sono dovute ad un anno di attesa… Ma tanto riproverò sicuramente!
In attesa di un tutorial (sia per creare mascherine manualmente che con photoshop) per chi volesse lascio il link per scaricare l’A4 con tutte le mascherine disegnate da me QUI (I conigli hanno il loro perchè u.u).
Attendo i vostri risultati ^_^

Febbre da multlente

Complice le pulizie di primavera ho recuperato dei negativi di cui avevo perso le sansioni prima di averle pubblicate.

Entrambi i rullini sono stati scattati la scorsa estate con le mie multilente: l’Action Sampler e la Disderi Robot 3lens.

Action 4 - R1 (5)

Per chi non le conoscesse, sono delle toycameras 135mm, totalmente in plastica (salvo qualche molla), con più lenti (in plastica anche queste) ed una speciale “mascherina” che suddivide il formato standard del fotogramma(24x36mm) in più riquadri: in questo modo, e grazie ad uno scarto tra i diversi otturatori di 0,2 secondi, avremmo più immagini in seguenza nello stesso scatto.
Come tutti questi giocattolini ci sono svariati contro, tra cui un bisogno di tantissima luce e movimenti veloci!
Però, al contempo permettono di sperimentare ^^

Il mio primo esperimento è stato con l’Action Sampler, con 4 lenti, la cui suddivsione un po’ schematica (e statica) del fotogramma rende necessario davvero tanto tanto movimento! Questo mi ha spinto a stampare su un foglio acetato trasparente dei rettangolini di colore e ad attaccarli, grazie ad un po’ di nastro adesivo) davanti alle lenti, come filtri per finire un rullino che restava incompiuto.

Action 4 - R1

Action 4 - R1 (4)  Action 4 - R1 (2)

Con il senno di poi mi rendo conto che anche se avessi scattato, praticamente, guardando il sole i filtri troppo densi ed il rullino ad iso un po’ bassi (Fujicolor C200) ha penalizzato queste foto.
Quindi proverò a stampare altri filtri (a maglia un po’ più larga) per ripetere l’esperimento!

Il secondo esperimento riguarda la DIsderi Robot 3lens.
Io l’adoro, forse per la suddivisione anticonvenzionale, o per la faccina impressa sulla fotocamera, ma veramente mi piace tantissimo.
Ma questo, in realtà, non è un vero e proprio esperimento, ma una prova.
La mia multilente è corredata di una custodia subacquea che arriva fino a 10 metri di profondità e, la scorsa estate ho voluto provarla!
Così ho caricato un Kodak Colorplus 200 e l’ho messa nella borsa della spiaggia!
Ovviamente più si scende di profondità più la luce diminuisce, il che non è l’ideale per questa macchinetta, ma, per immortalare i giochi d’acqua al mare è davvero imbattibile!
Bando alle ciance ed eccovi le foto!

Robot mare - R2 (2)

Robot mare - R2

Robot mare - R2 (14)

Robot mare - R2 (13)

Robot mare - R2 (12)

Robot mare - R2 (11)

Robot mare - R2 (10)

Robot mare - R2 (9)

Robot mare - R2 (8)

Robot mare - R2 (7)

Robot mare - R2 (6)

Robot mare - R2 (5)

Robot mare - R2 (4)

Robot mare - R2 (3)

Ritratti analogici e non solo

Prima di partire con le foto del titolo (sì, sono una carogna, lo so) voglio festeggiare un piccolo grande traguardo con voi: il raggiungimento (ed anche superamento) dei 200 like sulla pagina facebook *-*
Dopo questo piccolo momento di gioia e giubilo per il mio ego passiamo all’argomento del giorno: ritratti!
A luglio scorso due miei amici, Andrea e Jaclyn, mi hanno fatto il favore di posare per le prime foto di coppia che abbia mai scattato e già vi avevo mostrato (QUI ) i primi risultati con la D90. Ma per quell’occasione decisi di portare con me anche la Zenit ET caricata con un Kodak Ultramax 400, rullino che sono riuscita a sviluppare solo da poco.
Mi aspettavo i toni caldi tipiche delle kodak ed invece…

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Come potete notare, a parte i soliti graffi dalla solita sbadataggine di un fotografo…, le foto sono leggermente azzurrine, anzi in realtà, prima della post produzione erano molto molto più blu, cosa che non mi sarei mai aspettata da un Kodak ma il risultato mi piace comunque.

E, giusto per terminare questo set, vi mostro qualche altro scatto in digitale.

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Aspetto con ansia i vostri commenti e per queste ed altre foto vi lascio il link dell’album di flickr!

 

Lago <3

Ovvero una splendida serata passata a Passignano sul Trasimeno, dopo la giornata passata a Perugia (QUI).

Grazie alla mia capacità di persuasione (“Dai! Ti prego! Ti prego! Ti Pregoooo!“) ho convinto il mio adorabile accompagnatore (<3) ad andare a vedere il tramonto su Lago Trasimeno e, bhè, è stata uno spettacolo da togliere il fiato! Ho deciso, quindi, di regalargli un post tutto per lui!

Iniziamo dalla casa che, senza un’apparente motivo, mi ha rubato il cuore!
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Nikon D90 e Nikkor 18-105 

 

Siamo arrivati sulle sponde del Lago quando una luce calda avvolgeva tutto, ma non era ancora il momento magico in cui il sole si tuffa nel mare. Ne abbiamo approfittato per girare tra il parco e la cittadina moltoo moltoo tranquilla.

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Ops… pallone in acqua

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Nikon D90 e Nikkor 18-105 (all’epoca non avevo ancora l’adattatore per l’Helios 😥 )

Avvicinatasi l’ora X ho iniziato a fare gli scatti magici che volevo, provando i vari consigli che avevo letto qui e lì. (Sottotitolo del post: mille, o quasi, modi per fotografare un tramonto)

1) Giocare con il Bilanciamento del Bianco

Immagine2) Zoomare

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3) Usare un grand’angolo

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Il mio 18-105 a 18mm

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E la Sprocket Rocket caricata con il Kodak Ultramax 400

4) Dimenticarsi il coloreImmagine5) Girarsi di spalleImmagine

ImmagineSprocket Rocket e Kodak Ultramax 400

6) Usare una fotocamera “divarsa”

ImmagineAction Sampler 4lens e Fujicolor 200C

E dopo aver cenato in un bellissimo ristorante sul lago, si concluse così la mia prima giornata in Umbria ❤ e non sapete quanto avrei voglia di tornarci!
Ed ora, con un po’ di nostalgia, vi lascio e torno ai miei tanto adorati libri!
Alla prossima!

Bianco e nero fai-da-me

Finalmente!!

Dopo la sfilza di post di foto digitali e colorati finalmente vi parlo di un rullino a cui tengo tantissimo: un Kodak T-Max 400.

Un rullino che comprai a luglio dell’anno scorso (sì, luglio 2012), insieme alle mie bionde adorate spendendo 20€ per quelli che sarebbero stati i primi di una lunga lista di rullini!
Arrivata al negozio con un’infarinatura, più che una conoscenza vera e propria, sui rullini andai subito al reparto Kodak lasciando perdere gli altri nomi che leggevo sulle scatole, con la promessa di fare una ricerca approfondita su internet prima di tornare in quel negozio.
Per la cronaca, presi:
– 2 Kodak Color plus (uno dei quali è andato nella Canomatic -> QUI)
– 1 Kodak Gold 200
– 1 Kodak Ultramax 400 (usato nella Sprocket Rocket durante il viaggio in Umbria)
– 1 Kodak BW 400 CN (che ancora non ho utilizzato!!)
– 1 Kodak T- Max 400.

Avevo questa bella scorta di rullini da usare con la mia Canon T50 (all’epoca avevo solo quella). Il primo ad essere caricato è stato il Kodak Gold… e , come vi dissi quando vi raccontai tutta la storia QUI, NULLA. ç__ç
Se prima avevo una bella macchina senza rullini, ora avevo un mare di rullini senza macchina! =(

Per coloro che hanno la tachicardia facile, posso dire, che la storia della Canon T50 si è poi risolta nel migliore dei modi.
Tornando ai rullini, invece, sono rimasti lì, fino a quando è arrivata tra le mie mani la mia lomo-passione: la Sprocket Rocket! *.*
I primi risultati con un semplice Kodak Color Plus (QUI) mi avevano talmente gasata che decisi di osare  di più  con un rullino in bianco e nero.
Avevo visto gli scatti di Mafalda (QUI il suo blog) con la Kodak BW400CN (per chi volesse sono QUI ) e mi avevano fatto riflettere sulle potenzialità di questa pellicola, facendomela scartare per il formato panoramico della Sprocket. La scelta, di conseguenza è ricaduta sulla Kodak T-Max.

Ho scattato con questa pellicola tra febbraio e marzo, sbagliando l’avanzamento della pellicola più di una volta, dimenticandomi di variare la messa a fuoco e l’apertura del diaframma (sì, sono terribile!).
Una volta finita ho cercato un laboratorio che potesse svilupparmelo… la ricerca è stata talmente lunga che decisi di svilupparmelo da sola: non importa quanto avrei dovuto aspettare, ma il povero e martoriato T-Max sarebbe stato il mio primo rullino in bianco e nero ed anche il mio primo esperimento di sviluppo!
Passano i giorni e corsi, esami, prove, sviluppo facile mandano il povero rullino in secondo piano, ed ancora più in secondo piano la possibilità di comprare il kit di sviluppo.
Ogni tanto leggevo, guardavo video, cercavo modi alternativi per sviluppare, ma non ci fu possibilità di mettere in pratica ciò che studiavo.

Finché, una mia amica mi mandò una locandina: Terzopiano autogestito, facoltà di Architettura, Lezioni di sviluppo e stampa in camera oscura

Questa è stata pressapoco la mia faccia –> *_______________*

Alla fine, tra tira e molla, molla e tira, sono andata, accompagnata da Monica che mi ha dato tempo e coraggio (ancora grazie <3).

Era il mese di luglio.

Le peripezie ci sono state anche per la scansione (tubo e reflex secondo il metodo di Italida )  ed ho dovuto rifarlo più volte.
Ma oggi, dopo 5 mesi, il T-Max è qui!!!!! (Immaginatelo come lo direbbe la Carrà ed aggiungeteci un narananananaaa narananananaaa di Carramba che sorpresa).

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Amo questo posto

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La mia pupilla che si avvicinava alla fotografia analogica *.*

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Giusy : “Mary ti ho fatto 2 foto!!”
Io: “Brava!! Hai mandato avanti la pellicola?”
G. “Perchè andava mandata avanti?” O.O
Io: “Vabbè, non pensare, scatta!” 😉

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E qui si vedono i pasticci di quando una fa le cose per la prima volta…

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Nebbia (e una sovrapposizione di fotogrammi)

Ho amato il bianco e nero e non vedo l’ora di riprovarlo ( ho una scorta di queste pellicole assurda!) magari con una delle mie adorate Zenit o con la Canon 😀 ma aspetto il riaprire dell’università per tornare alle lezioni di sviluppo 😉

Voglio tuffarmi in un mare di rulliniii!

Voglio tuffarmi in un mare di rulliniii *.*

Voglio tuffarmi in un mare di rulliniii!

come fa Paperon de Paperoni con le monete.
Intanto questa è la mia scorta per le vacanze, appena aggiornata! =)

Lomography Sprocket Rocket

Approfitto di alcuni minuti di pausa che mi sono concessa dopo pranzo per scrivere un po’, dato che il ritmo dello studio è frenetico e mi lascia ben poco spazio per altro!
Riprendendo le presentazioni delle mie compagne di viaggio siamo arrivati a questo dicembre quando ho ordinato e provato (FINALMENTE) una delle mie preferite tra le fotocamere Lomography: la Sprocket Rocket!
Questa macchina ha un fantastico obiettivo grandangolare che consente di fare foto super panoramiche occupando per ogni foto lo spazio di due fotogrammi di una pellicola 35mm! Ma la cosa che mi fa impazzire a dismisura è la possibilità che la foto venga anche sugli sprocket holes (per chi non lo sapesse sono i fori che corrono lungo la pellicola 35mm e servono per farla avanzare dopo scattato).
Me ne sono davvero innamorata! e il mio amore continua ad aumentare ad ogni rullo!!!
Ma basta chiacchiere e passiamo ai fatti. Ecco le foto.

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Per queste foto ho usato un Kodak Colorplus 200 anche se la macchina è settata ad Iso 400 (ISO = sensibilità alla luce della pellicola, o del sensore se guardiamo al digitale. Se ne volete sapepre di più qui c’è l’articolo che per me è risultato più chiaro su questo argomento).

L’unica cosa difficile e che mi frena un po’ con questa macchina è la scansione: non possedendo uno scanner piano per pellicole ma solo uno scannerino compatto per 35mm e 110, ammetto di averle davvero provate tutte, dalla scansione con il tablet allo scanner a costo zero di Italida… ma per il momento ho ritrovato un metodo tutto mio che mi soddisfa decentemente =) questa, però, è un’altra storia!