Buon pomeriggio a tutti =)
Non so da voi, ma da me, questa domenica pomeriggio è grigia e fredda, e non invoglia troppo ad allontanarsi dal posticino accanto al caldo termosifone…
Così, per dedicare finalmente un po’ di tempo a questo blog, mi piacerebbe parlarvi di un meeting tutto analogico tenutosi lo scorso Ottobre (chi di voi segue il Blog di Mafalda De Simone, probabilmente,avrà letto già qualcosa, magari QUI).
è stato un incontro tutto al femminile e principalmente analogico: solo ora, riordinando le foto per la pubblicazione qui, mi sono resa conto di aver portato con me, quel giorno, un arsenale!
Ho approfittato di questo incontro per ultimare i rullini reduci dall’estate e provare qualcosa di un po’ più sperimentale.
Cominciamo.
La mia amica Carla, aveva espresso il desiderio di provare una Zenit, e così ho deciso di portare la Zenit ET, già carica con un Agfa 400 che ho terminato mentre attendevo l’arrivo delle altre.
Infiltrazione di luce dovuta a qualche spiraglio durante la bobinatura a mano della pellicola =/
Durante l’estate decisi, poi, di provare a “rovinare” alcune pellicole e vedere che effetto avrebbe fatto (qui la foto).
Data la scarsa reperibilità di pellicole in questa isola sperduta, ho ben pensato di prendere un Kodak Colorplus 200 da 36 pose e dividerlo in 3. Adesso potevo fare tre prove diverse: il primo fu affogato in un bicchiere di Bitter Rosso, il secondo sommerso dalla Pepsi ed il terzo ubriaco fino al midollo nella birra sgasata.
Sono stati in queste condizioni per 24h e, subito dopo, parzialmente risciacquati e riposti ad asciugare fino a quando, il giorno prima del meeting, decisi che era arrivato il loro momento!
Il primo dei tre ad essere usato è stato il KodaBitter che, anche se l’avessi risciacquato molto, risultava molto appiccicoso: la mia più grande paura era che la pellicola si sganciasse ed, allo sviluppo, mi ritrovassi un rullino vuoto! Per questo ho preferito caricare questo rullino nella Canon T50, che avevo portato con me per testare le due nuove ottiche appena prese: ammetto che questa macchina, a cui sono molto legata sentimentalmente, aveva un obiettivo che di certo non è fantastico, un 28-80 che, avendo la messa a fuoco minima a 2 metri (sì, DUE metri), non mi ha mai entusiasmata più di tanto. La scorsa estate, in uno dei miei periodi di dipendenza-da-ebay trovai finalmente un’offerta vantaggiosa per il 50ino, ma non solo: oltre ad un Canon FD 50mm f1/8 c’era anche un Vivitar, con attacco FD, 28mm f/2.8. Il meeting è stata la prima occasione per provarli. D’istinto, ho preferito montare il 28mm.Pensavo che me ne sarei stancata subito: se avessi voluto scattare a 28mm potevo tranquillamente tenere il mio vecchio obiettivo… e invece no!
L’ho adorato, da subito, molto più del 50mm e, da allora, raramente l’ho sostituito!
Questa è stato l’intruglio che mi è piaciuto di più! In alcuni punti, queste alerazioni cromatiche dovute al bitter mi fanno impazzire!
Dopo pranzo, è arrivata anche Carletta, un po’ in ritardo, ed insieme, abbiamo deciso di caricare la Zenit ET con il Kodak Ubriaco.
Le foto che vedrede, quindi, sono un po’ mie e un po’ sue.
La birra, come avrete notato, ha regalato alla pellicola questo torno azzurrino, smorzando i toni caldi che con questa pellicola solitamente esplodono.
Come avrete capito lo scopo di questo incontro era anche provare, per una volta, fotocamere che non fanno parte della nostra collezione ed il mio amore per obiettivi panormici mi ha spinto a provare La Sardina di cui Mafalda aveva sempre parlato tanto bene e che io avevo solo osservato su internet.
Quindi, caricatala con l’ultimo esperimento rimasto, il KodaCola, sono partita a scattare
Ero spinta da una forte curiosità per questa macchinetta: di solito con le toycam, le divido in quelle che amo a prescindere e quelle che hanno qualcosa che non mi convincono. La Sardina, è sempre stata una di queste ultime.
Guardando le foto mi sono resa conto che c’è una certa disparità tra ciò che si vede nel mirino e l’obiettivo, magari è solo minima, ma appena presa in mano questa macchinetta, che sembra veramente una scatola di sardine alla vecchia maniera, guardando attraverso il mirino mi sono sentita spaesata: sembrava molto un fisheye e, soprattutto, prendeva qualcosa di troppo, nell’inquadratura. Guardando le foto, invece, ho notato che la distorsione a barilotto, anche se è semrpe presente, è meno accentuata.
In poche parole: è un “giocattolo” molto carino ma non credo la baratterei mai per la mia Sprocket!
Sarà che appena presa, da subito, mi ha affascinato, anche con la distorsione ai lati e tutto il resto, ma non mi ha mai deluso. Ma delle fotocamere da amare a prescindere fanno parte anche le nuove arrivate e appena riuscirò ad ultimare (se questi cieli grigi daranno mai tregua) le prove della Holga135BC e della Diana F+ vedremo se una di queste riuscirà a spodestarla!